Migranti, rischio igienico sanitario all’hotspot

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E’ stata affrontata, in particolar modo, la situazione igienica – sanitaria dell’hotspot di Lampedusa, al vertice che s’è tenuto, oggi, fra il procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio, e i carabinieri. Nel vallone di contrada “Imbriacola”, sede del centro di accoglienza per migranti, dove ci sono le vasche di laminazione, s’è creata una fogna a cielo aperto, motivo per il quale Legambiente aveva presentato un esposto in Procura denunciando “un gravissimo caso di degrado e di inquinamento ambientale”. Spetterà ai carabinieri del centro Anticrimine e natura di Agrigento verificare se vi siano anche rischi per la salute pubblica. Perché fra ii reflui fognari finiscono anche i liquami di chi è affetto da Covid-19, da difterite e, in passato, anche da tubercolosi.

Nei prossimi giorni, nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura, verrà effettuato un sopralluogo mirato. Sempre con i carabinieri, il procuratore capo ha affrontato la questione delle continue fughe di migranti, in stato sorveglianza sanitaria anti-Covid, dal centro d’accoglienza Villa Sikania di Siculiana. Con la squadra Mobile e la Guardia di finanza, Patronaggio s’è invece concentrato sul maxi sbarco di 539 persone di sabato scorso. Oltre agli scafisti, con l’indagine, si cercano gli organizzatori della traversata, gli stessi che potrebbero aver tenuto rinchiusi i profughi in un lager in Libia.

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