Coronavirus, il testo del nuovo Dpcm: le 100 attività che possono restare aperte

Nel testo del provvedimento l'elenco delle imprese che non saranno costrette a fermarsi. Per tutte le altre tre giorni per organizzarsi: lo stop dal 25 marzo


Negozi di pc, smartphone e informatica in generale resteranno aperti. Così come supermercati, farmacie, banche, Poste. Ma andranno a lavorare anche i dipendenti dei call center e dei corrieri. Rimane ancora lungo l'elenco delle attività commerciali e soprattutto industriali che rimangono ancora aperte. Con i sindacati che minacciano lo sciopero generale, per tutelare la sicurezza dei lavoratori, e accusano il Governo di aver subito le pressioni di Confindustria. Ora le aziende, ricordiamo, avranno a disposizione tre giorni prima di fermrasi: lo stop scatta dal 25 marzo.

Lo stop dal 25 marzo. Con il nuovo Dpcm appena firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, l'intervento del Governo - che nel provvedimento dello scorso 11 marzo aveva riguardato soprattutto il commercio - doveva puntare soprattutto su fabbriche e attività industriale. Secondo l'esecutivo, che ha ascoltato il parere degli amministratori locali delle regioni del nord più colpite dal coronavirus, ancora troppi lavoratori sarebbero costretti a recarsi sul proprio posto di lavoro, anche in settori che a prima vista non sembrano essenziali. Mettendo a rischio la propria salute e quelle dei propri famigliari.

Lo stop dei sindacati. Ma scorrendo l'elenco, sono ancora molte le attività che il governo ha deciso di non fermare. Almeno così la pensano sindacati: secondo Cgil, Cisl e Uil l'elenco dei settori che rimangano ancora aperti è ancora troppo lungo e sono pronti a annunciare uno sciopero generale. "Non era questo il testo concordato", sostengono.

Ecco chi si ferma. Tra i settori che il governo ha deciso di fernare da qui a tre giorni si trovano tutte le attività legate alla filiera dell'acciaio, dagli altoforni alla lavorazione, così come tutta la filiera della metallurgia. Quest'ultima era prevista in un primo tempo, ma i sindacati si sono impuntati perché avrebbe voluto dire tenere aperto il 70% delle imprese metalmeccaniche. Uno stop arriverà anche per tutte le attività di noleggio di automezzi.

Chi rimane aperto. Il decreto parla di "sospensione delle attività produttive industriali o commerciali" ad eccezione delle filiere necessarie e di quelle che consentano il funzionamento di queste ultima e indica un elenco di attività che potranno continuare a restare attive. ecco un elenco ragionato di chi continuerà a recarsi al lavoro.

Professionisti ed edicole. Gli studi dei professionisti resteranno aperti (commercialisti, avvocati, ma anche ingegneri e architetti), così come l'intera filiera della stampa, dalla carta al commercio all'ingrosso di libri, riviste e giornali fino ai servizi di informazione e comunicazione. Oltre alle edicole, aperti anche i tabaccai, nonostante lo stop a Lotto e scommesse. Mentre le famiglie potranno continuare ad avere colf e badanti conviventi e pure a servirsi del portiere in condominio.

Agricoltura e alimentare. Per il decreto, continuano le attività per le coltivazioni agricole, dell'allevamento e della produzione di prodotti animali. Allo stesso modo continuano tutte le attività di pesca e acquacultura, nonché la fabbricazione di macchine per "l'agricoltura e la silvicultura". Continua l'attività dell'industria alimentare e delle bevande, così come la fabbricazione di macchine per questi settori.

Materie prime e petrolio. Continuano le attività per "estrazione di petrelio greggio e di gas naturale" nonché le "attività dei servizi di supporto all'estrazione di gas naturale e di petrolio", come per esempio la raffinazione.

Industria tessile ferma a metà. Nell'industria tessile, chiudono le produzioni di "articoli di abbigliamento", ma non quelle legate alla "fabbricazione di tessuto non tessuto, confezioni di camici, divise ed altri indumenti di lavoro".

Industria chimica e farmaceutica. Procedono tutte le attività per la "fabbricazione di prodotti chimici, prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici, articoli di gomma, articoli in materie plastiche, fabbricazioni di vetreria per laboratori, per uso igienico e per farmacia".

Il lungo elenco della manifattura. Nell'industria manifatturiera più strettamente detta, è lungo l'elenco di ciò che resta aperto: fabbricazione di generatori, trasformatori e apparecchi per la distribuzione e controllo delle'elettricità; fabbricazione di spago, corde, funi e reti agli imballaggi in legno, fabbricazione di carta e di tutti i macchinari relativi.

Servizi pubblici primari. Non si fermano ovviamente chi lavora per assicurare la "fornitura di energia elettrica, gas, vaore e aria condizionata; "raccolta, trattamento e fornitura d'acqua"; "gestione delle reti fognarie"; "attività, raccolta e smaltimento dei rifiuti".

Riparazioni e meccanici. In generale sono consentite le attività di "riparazione e manutenzione di macchine e apparecchiature", l'installazione di "impianti elettrici e idraulici", "manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli", così come le attività degli auto e motoaccessori.

Call center e vigilanza. Non si fermano i call center, i servizi di attività di vigilanza privata e i sevizi connessi come i controlli da remoto di sorveglianza.

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Trasporti e consegna. Nel decreto viene consentita "sempre l'attività di produzione, trasporto, commercializzazione consentita e consegna di farmaci, tecnologia sanitaria e dispositivi medico-chirurgici nonché di prodotti agricoli e alimentari. Resta altresì consentita ogni attività comunque funzionale a fronteggiare l'emergenza". Garantite, inoltre, le attività dell'industria dell'aerospazio e della difesa, nonché le altre attività di rilevanza strategica per l'economia nazionale, previa autorizzazione del Prefetto. Le attività sospese, si legge nel testo, possono continuare con lavoro agile.


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